In una recente Lettera aperta diffusa nei social (chi è interessato può leggerla nella pagina Facebook del CPMA) il Presidente del Circolo del Pastore Maremmano-Abruzzzese, Antonio Grasso, ci ha fatto la cortesia di citarci in relazione all’articolo di Agostino Di Cola, pubblicato in Canes Pastorales, fortemente critico verso l’attuale gestione del Circolo e che i sottoscritti (…e non solo ) ampiamente condividono.
Proviamo a rispondere.
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In merito alla lettera del Presidente del Cpma Antonio Grasso, in risposta all’articolo di Agostino Di Cola pubblicato su”canes pastorales”, mi preme chiarire alcune cose.
Essendo stato, come dice il Presidente, il “promotore” del cambio del nome della razza, non posso certo oggi aver cambiato idea: sarebbe assurdo.
Il problema, infatti, è un altro.
Si ha l’impressione, e non solo l’impressione, che il cambio del nome, che io ho promosso e che pertanto non posso non condividere, venga attualmente utilizzato dal Consiglio del Cpma come un’arma di “distrazione di massa”, ossia che si punti tanto su questo seppur importante argomento per distogliere l’attenzione dalla situazione davvero grave in cui versano sia la razza che il Circolo… ed è in questo che io e Graziano, seppur divisi sul cambio del nome, concordiamo con Agostino Di Cola… ed in ciò non trovo nessuna incoerenza.
In ultimo, credo che l’invito del Presidente affinché “da parte di tutti” vi sia “ un atteggiamento propositivo che riporti un clima più sereno all’interno del Club di razza”, ma io direi anche fuori, “ponendo da parte personalismi e piccoli rancori che non sono consoni a persone che hanno davvero a cuore la nostra amata razza” debba essere raccolto, in primis, da coloro che attualmente gestiscono il Circolo e in particolare dallo stesso Presidente del Circolo (Circolo non club!!!) con tutte le conseguenze che questo comporta.